Un sapientino del vino, il più delle volte, è semplicemente un cazzaro che vuol sembrare esperto senza riuscirci.
Immaginiamo per un attimo una tavolata di amici a cena fuori.
Finalmente dopo 78 messaggi sul gruppo whatsapp sono tutti d’accordo…
“Ci troviamo alla trattoria Da Gigetto per una bistecca in allegria!”.
Una bella tavolata folta pronta a fare bandaccia armata di calice, forchetta e coltello.
Hanno appena ordinato 7 kg di bistecca di brontosauro con contorno abbondante di patate arrosto e un frittino dietetico di verdure.
(mi viene la bava alla bocca solo a scriverlo)
Tutto sta andando alla grande finché arriva quel momento che può far decollare definitivamente la serata… oppure mandare tutto in vacca:
“Che vino beviamo?”
Questa innocente domanda della cameriera è come un richiamo ancestrale.
Un suono netto e intenso come il gong di un tempio buddista.
Cala un imbarazzante silenzio.
Ecco che si alza lui…
Il prescelto baciato da bacco…
Il vate (o water) della vinificazione contemporanea…
Il palato più sopraffino dell’ultima decade in grado di distinguere un cucchiaino di me*** in una casseruola da 5kg di sugo…
Lui; il sapientino del vino!
Di intellettuali è pieno il mondo, di artisti pure…
Ma lui ha un posto speciale nella classificazione delle patologie sociali.
Comincia ad analizzare la carta sparando qua e la assolutismi come:
“Il Sagrantino di Montefalco è il vino più tannico al mondo” o “la Borgogna produce vini elegantissimi.”
Ci manca solo dica che “la maggior parte dei vini prodotti nel Chianti Classico sono rossi” e chiudiamo la fiera delle ovvietà.
Storce il naso quando vede alcune annate particolari; ed inorridisce quando si accorge che, i vini di marchi famosi, hanno prezzi eccessivi e non costano 3€ a bottiglia come il vino del contadino.
Quello sì, buono… naturale… intimo…
Insomma una garanzia per avere uno splendido “Mal di testa da Vino”
Attenzione!!!
Quando sentite le parole vino buono, naturale, intimo ecc… dovete sapere che il sapientino vi sta tendendo un’infima trappola.
Infatti se mostrerete interesse o gli direte, giustamente, che:
“Non sono venuto al ristorante per bere un vino acido come la morte che puzza di stalla”
Allora il Sapientino del Vino comincerà il suo soliloquio.
Sarà un monologo abbastanza straziante dal momento che nessuno sarà in grado di capire la sua lingua fatta di termini tecnici sparati qua e là.
Tutti lo guarderanno con lo sguardo perso vuoto, annuendo per pietà con la testa, sperando che questo strazio finisca presto.
Tra un setoso, vellutato e un profondo vino verticale eccoci arrivati al momento topico..
Quale bottiglia verrà stappata?
La scelta del vino è precisa.
La richiesta del Sapientino è veramente semplice
la bottiglia non gli deve piacere, lo deve emozionare!
Deve essere un vino passionale che trasudi tutta l’anima del produttore, goccia dopo goccia.
Un nettare che unisca arte e natura…
È facile capire che, un fanfarone del genere, può facilmente rovinare l’esperienza a tavola a suon di lezioni didattiche con il calice in mano.
In realtà, quasi a nessuno frega una cippa di quello che ha da dire il Sapientino e vorrebbero solo bere del buon vino senza avere tutti questi rompimenti di cog*****!
Quindi come zittire questo mattacchione invasato?
E poi…
È davvero possibile parlare di vino in maniera comprensibile a tutti, senza trasformarsi in un Sapientino del Vino?
Ecco un breve manuale di consigli utili:
Regola n. 1 – Bere con gli amici
Il vino è sociale, quindi assaggiare vini da solo non è mai un’idea divertente.
Tirare il collo ad una bottiglia insieme agli amici, e organizzare un gruppo di degustazione, è un’ottima scusa per comprare del vino e fare festa.
A nessuno piace essere a una festa di Sapientini e professoroni, giusto?
Ecco; organizzare un gruppo di degustazione con gli amici elimina il pericolo di ritrovarsi accanto ad un invasato che attacca il pippone filosofico su quanto il vino che state bevendo “sa di terra e coraggio!”
(non scherzo l’ho sentito davvero ad una degustazione)
Regola n. 2 – Capire l’ambiente e la circostanza
Il modo in cui si parla di vino può cambiare in base al contesto in cui ci troviamo.
Gli esami di Master Sommelier, sicuramente, non sono il momento per parlare di vino in maniera scialla.
Mentre esordire con “note vellutate di rosa e vaniglia legnosa” è una cosa tremendamente ridicola da dire davanti a degli hamburger in un barbecue nel cortile di casa.
Il punto è che, nella vita vera, diventa impensabile parlare di vino con le stesse sceneggiate che si sentono alle degustazioni senza passare per un Sapientino del vino.
Questo non significa smettere di apprezzare il nettare di bacco, ma se un vino ti ricorda “OH YEAH!” degli Yello , dillo, anche se i Sapientini del Vino lo odieranno.
Le sensazioni che si provano bevendo un calice di vino sono completamente personali e soggettive.
Ognuno di noi ha un palato, un naso ed un occhio diverso perché, fortunatamente, non siamo ancora dei robot.
Per questo non esistono regole assolute ma solo linee guida per mettere in ordine le proprie sensazioni.
Il bello infatti è comunicare in modo semplice quello che si percepisce e aprire un allegro confronto a suon di calici e bottiglie.
Uno Sapientino del vino, invece, cerca di rendere tutto troppo sofisticato, didattico e soprattutto noioso!
Roba tipo:
“Qua siamo di fronte ad un’espressione vinicola di assoluto livello con un bouquet ricco e variegato di frutta e potpourri, con lievi tocchi di sottobosco ed una varietà di profumi terziari di pelliccia e cenere. Un vino di potente apertura con metà palato di frutta saccarina e un finale rosso mattone e argilla.”
Ahò ma chi sei, Baudelaire?
Regola n.3 – Fare domande
Alle degustazioni il Sapientino del Vino è nel suo habitat naturale, e sarà riconoscibile come un pavone in mezzo alla savana.
Saltella da un banco all’altro descrivendo, con sventagliate di poesia, frutti esotici e metafore filosofiche, ogni calice che assaggia.
In questo caso, e ripeto solo in questo caso, se è nelle vicinanze potrebbe essere molto divertente fare delle domande sul vino che stiamo assaggiando.
Alcuni Sapientini mi hanno indicato delle caratteristiche interessanti del vino, che non avrei mai colto da solo, come:
“Questo vino è stato coltivato con sangue di unicorno, puoi davvero assaggiare il rame”.
“Stai assaggiando il sogno del produttore che in una notte di mezz’estate decise di dedicare al trisavolo la missione di piantare viti su marte.”
SPOILER:
Potresti non provare le stesse sensazioni.
Anzi, sicuramente non lo farai, e va benissimo così.
Regola n. 4 – Spegni il fuoco con il fuoco
Ad un certo punto arriverà il momento in cui sbarazzarsi del Sapientino del Vino perché, effettivamente, dopo un paio di battute la sua compagnia sarà piacevole quanto un cappuccino che accompagna una bistecca.
Quindi è tempo di mettere a tacere la bestia con del sano, e politicamente scorretto, snobismo sarcastico.
Breve bignami per trattare con un Sapientino del vino
Tattica 1 – Verità supposte
Solitamente la mossa preliminare del Sapientino è continuare a ripetere “Interessante… molto interessante” dopo ogni sorso.
In questa fase assecondalo e fingiti morto; altrimenti attaccherà subito il pippone didattico e non te lo schioderai più di torno.
Limitati ad annuire semplicemente con la testa.
Aspetta il primo attimo di silenzio per esclamare a voce alta:
“OH WOW!!!”
Così, di botto senza senso.
Catturata l’attenzione, alza il bicchiere alla luce e ammira il vino con sguardo incuriosito…
Come se stessi cercando di sbirciare dal buco di una serratura.
Se qualcuno ti chiede cosa stai vedendo rispondi con tono profondo e teatrale:
“È semplicemente molto, molto sorprendente”.
A questo punto colpito nell’orgoglio lo Sapientino del Vino vorrà dire la sua a tutti i costi.
Attaccherà con un soliloquio quindi non farti trovare impreparato, annuisci con la testa e fingiti morto.
Aspetta che descriva il vino con i suoi termini indecifrabili e, mentre scuoti la testa, in modo incoraggiante dì:
“Sì, ci sei vicino, continua a provare”.
Tattica 2 – ”Quello lo chiami coltello? Questo è un coltello!” Cit. Crocodile Dundee
Esempi di risposte taglienti e freddure per disfarsi di un Sapientino del vino a colpo sicuro.
Tu: “Oh, quindi ti piace un vino del 2006 (o inserire l’annata)?”
– – – – –
Discorso indecifrabile dello Snob del vino
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Risposta: “Non bevo vino così giovane.”
Tattica 2.1 – Il giro del mondo delle banalità
Per caso il nostro Sapientino predilige il vino (o la regione del mondo X)?
Risposta: “Che peccato, vista la situazione laggiù!”
Rimanere vaghi citando clima, surriscaldamento globale ecc...
Se non fosse sufficiente rincarare la dose chiudendo con:
“Mio caro per informarsi c’è sempre tempo ma dopotutto, adesso, non è di classe discutere di notizie così datate.”
Tattica 2.2 – Il cristallo sexy
Il sapientino del vino pensa che il vino che state assaggiando abbia un buon profumo ma se ne esce con:
“Questo calice ha un naso interessante!”
Risposta: “Sempre a guardare il naso, anche gli occhi non sono niente male! E poi guarda che curve questo cristallo… Deve essere davvero difficile bere in pubblico da quel bicchiere tu come ci riesci?”
Queste sono solo le prime che mi sono venute in mente; ma se mi concentro ne possono venire fuori a centinaia.
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